Cgil. La prima donna, eletta oggi Susanna Camusso Segretario Generale al posto di Guglielmo Epifani

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cgilux.net
view post Posted on 18/4/2011, 14:14




Cgil. La prima donna

eletta oggi Susanna Camusso Segretario Generale al posto di Guglielmo Epifani.
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MERCOLEDI' 03 NOVEMBRE 2010 - il PANE e le rose

«Sarà un'avventura difficile, non solo per l'attacco alla Cgil, ma anche per lo stato in cui è l'Italia. Dobbiamo pensare ai lavoratori che attendono risposte». Così Susanna Camusso, pochi minuti dopo la sua elezione a segretario generale della Cgil, il più grande sindacato europeo che per la prima volta elegge alla sua guida una donna, una svolta sicuramente, un momento importante. Il 79% del direttivo della Cgil ha detto sì alla Camusso, che ringrazia «a tutto il direttivo, grazie a chi ha sostenuto la mia candidatura e grazie a chi l'ha contrastata. Un compito che avrò è essere un punto di direzione di tutto e per tutti». I no sono venuti dall’area la “Cgil che vogliamo”

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Ma vediamo brevemente chi è la “prima donna” della Cgil. Anni 55, dal 1975 impegnata nel sindacato a cui si è avvicinata coordinando le politiche delle 150 ore per la Flm (lo storico sindacato unitario dei metalmeccanici). Dal 1977 dirige la Fiom in una zona di Milano; nel 1980 entra nella segreteria Fiom di Milano e nel 1986 in quella regionale della Lombardia. Dal settembre del 1993 alla fine del 1997 è in segreteria nazionale della Fiom. Nel dicembre del 1997 viene eletta segretario generale della Flai Lombardia, incarico che ricopre fino all'elezione a segretario generale della Cgil Lombardia nel luglio del 2001; il 16 giugno 2008 è eletta in segreteria confederale. Come tutti coloro impegnati sul fronte della militanza ha fatto anche attività politica, ma l'incontro importante, l’impegno che ha caratterizzato tutta la sua attività, oltre a quello con il sindacato, è stato la pratica di movimento con le donne: nel 2005 fonda il movimento “Usciamo dal silenzio”. E tra i tanti temi toccati oggi nella prima conferenza stampa da segretario non poteva mancare un riferimento all’attuale spettacolo degli scandali di palazzo. «Si sta facendo un danno gravissimo al paese e si stanno offendendo le donne sempre più considerate merce e un corpo da vendere senza nessun rispetto per le loro persone, la loro cittadinanza. La condizione delle donne, d'altra parte, è il metro di misura della democrazia e su questo il paese non sta tanto bene. Per questo bisogna riconquistare la capacità di indignarsi e continuerò a sollecitare indignazione e reazione». Crisi economica, unità sindacale, rapporto con il governo e con l’opposizione, sciopero generale, Susanna Camusso ha subito toccato le questioni più importanti che dovrà affrontare a breve, non si sottrae e riconosce che «sarà un'avventura difficile», lo dice con la voce che tradisce un po’ di emozione.



ULTERIORI NOTE BIOGRAFICHE (tratte da: sollevazione.blogspot.com)

Ci pensa Il Sole 24 Ore a dirci con chi i lavoratori avranno a che fare, ovvero a tesserne sperticate lodi. Al di là dell'enfasi con cui viene elogiata la sua "disponibilità al dialogo e al compromesso" (che nel linguaggio affettato del giornale confindustriale significa null'altro che la propensione a subordinare gli interessi degli operai a quelli dei loro padroni), ovviamente contrapposta alla spigolosa FIOM, veniamo a sapere la cosa più importante. La Camusso è stata socialista, e ha fatto una controversa carriera nella CGIL in quota alla confraternita legata al vecchio PSI (fino al suo inabissamento e all'autoesilio di Craxi ad Hammamet). Di sicuro un ottimo pedigree, un promettente viatico, non per i lavoratori, s'intende, ma per i padroni.

Così il Sole liscia il pelo della Camusso: «Un percorso, segnato da un profilo pragmatico-riformista, che 35 anni fa inizia fuori dagli steccati ideologici». In cosa consista il "pragmatismo-riformista" lo si spiega subito dopo: «Dunque l'affiliazione socialista le risparmia qualunque fascinazione, ancora presente in parte della FIOM di matrice comunista, verso un'idea di sindacato come palestra per allenare i lavoratori alla lotta di classe».
Chi ha orecchie per intendere intenda.

Nel 1996 la FIOM di Sabattini la rimosse dalla segreteria perché fu proprio lei ad aver voluto ad ogni costo un accordo integrativo con la FIAT sul lavoro notturno, che gli iscritti alla FIOM contestarono duramente, tra l'altro proprio perché penalizzava fortemente le donne.

Ri-chiosa Il Sole 24 Ore: « Al di là di queste alchimie interne, il problema è costituito da quanto il profilo modernizzatore e riformista della Camusso potrà cambiare un organismo pesante e novecentesco come la CGIL».
"Profilo modernizzatore e riformista". Quando i padroni usano queste parole, gli operai non possono che portarsi la mano sinistra sulle parti basse. E' fin troppo evidente che la Confindustria, schierata compatta con la linea intransigente Marchionne-Marcegaglia, spera di fare della Camusso il proprio Cavallo di Troia, allo scopo di piegare la FIOM e, quello che più conta, trascinare la CGIL al tavolo del negoziato affinché sottoscriva, come CISL e UIL hanno già fatto, il "Piano per l'Italia", ovvero far accettare ai lavoratori un regime neo-schiavista nelle fabbriche.




Edited by cgilux.net - 18/4/2011, 15:43
 
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view post Posted on 18/4/2011, 14:44






1.mauro
La nostra è una società democratica e c'è uno stretto legame tra lavoro e diritti. La precarizzazione la delocalizzazione e l'impoverimento del lavoro, creano la paura di una nuova povertà e quindi l'accettazione di lavoro senza diritti.Questa situazione ci riporta indietro di parecchi anni quando lavorare voleva dire sudore e pochi soldi.Questo oltre ad essere profondamente sbagliato va contro le basi della nostra società che va ricordato è stata concepita e costruita oltre che dai costituenti anche da anni di lotte sindacali in certi casi molto cruente.Mi piace ricordare che le più grandi conquiste si sono realizzate con l'unità sindacale (guardate oggi con i sindacati divisi cosa succede) e bene a fatto il nostra nuova segretaria Camusso (finalmente una donna) a ribadire che l'unità sindacale è un valore. Ma si sa che è il parlamento con la sua maggioranza a fare le leggi, anche quelle sbagliate e ingiuste come quella approvata il 19 ottobre.Ora io è un po che mi chiedo come è possibile che molti lavoratori votino per la lega e la destra che poi fanno questi danni. Orbene , una risposta l'ho trovata grazie a Valentina (grazie anche per il sito) che ha pubblicato l'articolo " ULTERIORI NOTE BIOGRAFICHE ". L'autore di questo scritto senza dubbio appartiene a quella schiera (pochi) di MASOCHISTI ASTIOSI che tanto male fanno alla causa degli operai cercando in ogni dove momenti di divisione mettendo zizzania stufando e scoraggiando gli stessi.Comunque se si da per buona l'idea che la Camusso sia il cavallo di Troia della confindustria all'interno del sindacato perche è stata socialista possiamo stare tranquilli, bilanceremo con il ministro Sandro Biondi che è stato comunista , sarà lui il cavallo di Troia nel governo del marxismo leninismo.
06/11/2010 22:52

2.valentina
Ringrazio Mauro per il suo puntuale intervento.
Pubblicare l’articolo "ULTERIORI NOTE BIOGRAFICHE" è stata una scelta dettata dalla necessità di fornire un’informazione completa, anche per suscitare l’interesse del lettore; cosa, del resto, avvenuta.
Personalmente non credo che lo spostamento a destra del voto degli operai sia da imputarsi a “quella schiera di (pochi) MASOCHISTI ASTIOSI”, come Mauro li definisce.
Ritengo invece che quello spostamento dipenda, cosa assai più probabile dalla conversione al liberismo del PD e della stessa CGIL che, sebbene non abbia condiviso le scelte scellerate di Cisl e Uil, ha consentito che quei contenuti di stampo neoliberista vincessero in ogni comparto, protestando solo a cose fatte.
V’è ora un gran parlare di “riformismo” dentro la CGIL, ma ciò non ha niente a che vedere con il riformismo di Giuseppe Di Vittorio basato sui diritti: verrebbe da definirlo, più appropriatamente, “minimalismo”.
L’unità sindacale potrebbe essere importante se basata su principi condivisibili, ma quando ti affossano lo stato sociale, ti strappano sotto gli occhi i diritti, ti creano una catastrofe sociale fatta di disoccupazione, povertà e disuguaglianze, forse la ricetta più giusta non è quella di adeguarsi perdendo di vista le istanze dei lavoratori, per cercare un dialogo a tutti i costi con sindacati “complici” del Governo e delle sue politiche.
Riuscirà la nostra nuova segretaria a ricostruire un accettabile canale di confronto con la Confidustria? Ad avere con essa un rapporto proficuo sui temi caldi del lavoro? Sarà capace a tenere al centro delle trattative l'interesse del singolo lavoratore, senza sottostare ai soliti diktat e agli interessi dei grandi gruppi aziendali?
Auguro a Susanna Camusso di fare meglio dei suoi predecessori.
08/11/2010 16:06

3.gill
Valentina, come sempre stringata e chiara. Approvo quello che hai scritto, anch'io penso che l'unità sindacale come forza e strategia per raggiungere obiettivi comuni dovrebbe essere perseguita da tutte e tre le sigle, ma non mi sembra che questa sia la volontà di cisl e uil, dato che le strategie non combaciano, e neanche i riferimenti politici. per cui non vedo perchè debba essere la volontà di cgil costi quel che costi AI LAVORATORI. se sono tre qualche motivo c'è sempre stato, altro che "il sindacato non fa politica"... manca una sinistra che sia davvero sinistra, non inquinata da compromessi pur di sopravvivere (?) (e invece è in crisi, perchè in questo modo perde il voto di coloro che non si sentono più rappresentati, sempre più numerosi dati i tempi). il rischio è di non credere più neanche nel sindacato che di quella sinistra storicamente è espressione, se segue il medesimo percorso.
09/11/2010 20:40

4.Roberto
Avrei due quesiti da sottoporre. Un sindacato vive di tessere e consenso, questo specialmente quando si mettono in campo manifestazioni e scioperi. Ma voi rappresentanti cgil della Luxottica come fate a chiedere condivisione se siete così critici verso il vostro sindacato ?
Data la vostra radicalità penso che facciate vedere i sorci verdi all'azienda e alle altre sigle sindacali, non temete perciò di poter essere isolati come la fiom a Pomigliano e di venire esclusi dalle varie trattative che avvengono nella vostra ditta ?
11/11/2010 22:47
05/12/2010 17:23
5.Giorgio
Risposta a Roberto: "Magari !!!!!! "
14/11/2010 10:11

6.amministratori
Un ventaglio di posizioni diverse è normale in un grande sindacato (ed è ancor più normale nel più grande sindacato italiano), e dimostra che l’adesione ad esso è stimolo alla discussione e al confronto, anche serrato, su temi riguardanti le condizioni di lavoro, e dunque di vita, delle persone. Quanto al far vedere o no i sorci verdi all’azienda, ciò dipende dalle effettuali relazioni fra le varie parti in causa, e cioè dal prevalere di questa o quella opzione nella dialettica intrinseca a tali relazioni. Si chiamano: rapporti di forza.
17/11/2010 18:32

7.cecilia
io penso che dire sempre di sì alle linee strategiche senza esprimere anche il proprio dissenso, alla lunga impoverirebbe l'azione sindacale privandola di contributi e stimoli importanti
che rafforzano la democrazia interna, e che danno anche l'esatta idea di chi siano coloro che continuano a crederci, la cosidetta "base"
18/11/2010 23:34
 
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