La pensione delle donne, La UE, così solerte a salvare dalla “discriminazione” del pensionamento a 60 anni, non è mai intervenuta sui trattamenti economici e normativi che relegano il genere femminile a livelli assai più bass

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cgilux.net
view post Posted on 18/4/2011, 12:49




La pensione delle donne

La UE, così solerte a salvare dalla “discriminazione” del pensionamento a 60 anni, non è mai intervenuta sui trattamenti economici e normativi che relegano il genere femminile a livelli assai più bassi di quelli maschili.


VENERDI' 04 GIUGNO 2010 - reset-italia.net

di Pietro Ancona
Interpretare un vantaggio come una discriminazione per toglierlo ed intimare l’immediata parificazione dell’età pensionale delle donne a quella degli uomini è la stupefacente decisione della Corte di Giustizia e della Commissione Europea che chiede all’Italia di adeguarsi a tamburo battente e senza aspettare il 2018 previsto.

Non c’è dubbio che mandare le donne in pensione cinque anni prima degli uomini non è una discriminazione. Lo sarebbe se andassero in pensione dopo gli uomini!

La distinzione uomo-donna nacque in considerazione dell’idea “manuale”, “fisica” del lavoro che era prevalente quando si fecero le prime leggi pensionistiche. Ora l’idea e la percezione del lavoro come fatica fisica non c’è più se non per alcuni segmenti del mondo del lavoro ma questo non riduce lo stress femminile dal momento che le donne non sono soltanto lavoratrici sul posto di lavoro ma anche in famiglia. Quante donne si alzano alle quattro del mattino per stirare, cucinare, lavare, mettere in ordine la casa..prima di andare in ufficio o in corsia o altrove …Da questo punto di vista le cose non sono cambiate in meglio.

Anche la prestazione lavorativa della donna è diventata più pesante. Con la riforma scolastica le classi affidate alle insegnanti sono diventate più numerose e viene meno l’ausilio di tanti colleghi espulsi dal processo di ridimensionamento e dequalificazione della scuola. Lo stesso dicasi del lavoro sanitario di tutto il personale. L’ossessione aziendalistica e produttivistica che pervade i reparti ospedalieri, i laboratori, le corsie hanno aumentato lo stress delle lavoratrici le quali restano sempre anche oberate dal lavoro casalingo e per i figli che non può essere cancellato.

La Unione Europea, così solerte a salvare dalla “discriminazione” del pensionamento a sessanta anni le nostre donne, non ha mai speso una sola parola, non è mai intervenuta per intimare l’eliminazione di trattamenti economici e normativi che relegano il genere femminile a livelli assai più bassi di quelli maschili.

La tendenza all’innalzamento progressivo dell’età pensionabile in vista dell’allungamento delle aspettative di vita deve essere oggetto di attenta riflessione e riconsiderazione. Non si può accettare come un dogma l’insostenibilità di pensionati che vivendo più a lungo costano di più allo Stato. Intanto bisognerebbe disaggregare il dato.

E’ vero che in Italia l’aspettativa di vita è all’incirca di 82 anni ma questa non è l’aspettativa di vita dei lavoratori ma di tutti. E’ diverso! Bisognerebbe verificare categoria per categoria qual’è la durata della vita e sopratutto la durata di permanenza in vita in regime pensionistico.
Bisognerebbe anche considerare che se per un ingegnere quaranta anni di lavoro possono essere anche superati lo stesso non si può sostenere per un minatore, un operaio di fonderia, etc…

Anche la questione del finanziamento della pensione va rivisto. Una parte potrebbe gravare sulla fiscalità generale e stabilire un minimo eguale per tutti.Si potrebbero rivedere di contribuzione. Insomma la questione va discussa e non può essere ridotta ad un rapporto semplicistico tra aspettativa di vita ed età di collocamento in pensione. Questa è la tendenza della destra e della Confindustria la quale non manca di mostrare in occasioni come questa il suo volto asociale. La Confindustria vorrebbe che lo Stato spendesse il meno possibile per pensioni, sanità, scuola ed servizi sociali. Non trova nulla da obiettare per i 31 miliardi che sono stati stanziati e si stanno spendendo per l’acquisto di micidiali aerei da bombardamento ed elicotteri di guerra.

La perentoria richiesta della UE solleva anche un altro problema che è quello della politica del lavoro e sociale nella comunità e l’incidenza in essa dei sindacati. L’assenza dei sindacati europei è davvero allarmante e la legislazione del lavoro comunitaria è orientata dagli interessi delle confindustrie. Un silenzio assordante accompagna normative sempre più sbilanciate a favore delle aziende e sempre più coattive per i lavoratori.
 
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view post Posted on 18/4/2011, 14:11




1.francilla
Condivido in pieno il contenuto di questo articolo.
Le cose stanno andando esattamenre come aveva preannunciato Francesca nel suo interessante intervento del 27/09/09 nel BOX COMMENTI del FORUM argomento PENSIONI.
Indipendentemente dal fatto che il governo sia di destra o di sinistra le cose non cambiano: a pagare sono sempre i lavoratori, in particolare, quelli appartenenti alle fasce più deboli! Con buona pace dei sindacati, anche della CGIL che era e resta la Confederazione di gran lunga più rappresentativa.
Nonostante Epifani abbia dichiatato: " l'innalzamento dell'età pensionabile per le donne del settore pubblico è un’azione per fare cassa creando nuove iniquità e aprendo nuovi problemi” ed ha aggiunto: " Basterebbe tornare all'uscita flessibile del pensionamento di vecchiaia così come avevamo con la vecchia riforma. Ci possono essere delle soluzioni - ha concluso - purché si aprano dei confronti con chi rappresenta il mondo del lavoro”.
Bisognerebbe invece rendersi conto che il governo NON vuole alcun dialogo sociale. La destra utilizza la crisi mondiale per spingere ancora più in basso i lavoratori caricandoli di tutto il peso di un reiquilibrio delle classi sociali ancora più duro per chi vive di lavoro dipendente.
08/06/2010 15:00

2.mauro
tutte queste persone con nomi stravaganti che scrivono su questo sito ( se fossi in voi denuncerei i vostri genitori ) si chiedono spesso : ma cosa fa la sinistra ? ma cosa fa la cgil ? Penso che qualche volta sia lecito dubitare del loro operato e anche attraverso questo sito pungolarli ma la domanda che invece mi pongo io è : ma dove sono i lavoratori ? continueranno come sembra al nord a votare in maggioranza per la destra ? parteciperanno alle manifestazioni della cgil ? Presto avremo occasione di verificare quanto siano coinvolti e incazzati i lavoratori o se saremo sempre gli stessi a metterci la faccia
08/06/2010 22:49

3.valentina
Trovo che gli interventi, quelli più critici in modo particolare, siano da considerarsi positivamente.
Che all'interno della sinistra ci siano posizioni differenti non è una novità né, tanto meno, un male di per sè.
Penso poi che leggere attentamente gli articoli e prendersi la briga di inviare un commento dimostri, se non altro, una certa dose di impegno e serietà che, il più delle volte, coincide con la militanza e la partecipazione attiva.
09/06/2010 09:40



 
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