Modello Toyota alla Luxottica di Agordo, L'organizzazione del lavoro negli ultimi anni è radicalmente cambiata, in particolare, nei reparti dove sono comparse le linee

« Older   Newer »
  Share  
cgilux.net
view post Posted on 18/4/2011, 11:16 by: cgilux.net




1.trasgressivo
Ho attentmente letto le vostre considerazioni sul famoso metodo TOYOTA calato in lux , credo che la realtà quotidiana dei vostri colleghi(sindacalisti), dia il quadro completo della radicale trasformazione del proceso produttivo, pura e totale disorganizzazione di tutte le aree produttive aziendali, le quali esplodono, ripeto esplodono nella finitura , dove è impossibile recuperare tutte le inefficenze( per volute), di tutto l'organigramma aziendale che poi, ricadono su tutti i lavoratori.
22/11/2009 12:03




2.cecilia
mi auguro che tanti lavoratori colleghi di luxottica leggano quanto descritto così comprensibilmente da questo chiaro articolo, e finalmente riconoscano il ruolo che ci vorrebbero affibbiare, di burattini senza identità, manovrabili con sistemi estranei al nostro essenziale ruolo di venditori di forza lavoro sottopagata, sfiorando il ridicolo per il modello davvero "giapponese" che vorrebbero importare.
ma un po' di orgoglio, non siamo rotelline, siamo persone che hanno a cuore la sopravvivenza dell'azienda perchè ci dà da vivere per ora, ma non esageriamo con l'entusiasmo
la vita è altrove
23/11/2009 23:50


3.Wim
Molto bravi. Avete descritto esattamente la situazione che molti lavoratori vivono con disagio ma che spesso non riescono ad esprimere con le parole.
24/11/2009 22:49
05/02/2010 21:05
4.QualitiAmo
Buongiorno. Girando in Rete abbiamo trovato il vostro articolo e l'abbiamo riportato, commentandolo, su QualitiAmo che si occupa proprio di Qualità, strumenti e metodologie per il miglioramento continuo.

Ci piacerebbe avere il vostro riscontro e, magari, aprire un dibattito sull'argomento.

Cordiali saluti, lo Staff di QualitiAmo

www.qualitiamo.com/phpBB2/viewtopic.php?t=5004
17/12/2009 09:20

5.amministratori
Siamo molto lusingati di aver suscitato l'interesse di QualitiAmo. L'articolo in questione è frutto di un’esperienza diretta e pluriennale (di chi scrive) del lavoro nel reparto finitura nello stabilimento della Luxottica di Agordo, degli incontri che la direzione dell’azienda ha avuto con i rappresentanti sindacali sul nuovo sistema di produzione a flusso, della consultazione di testi e di una ricerca sull’argomento ‘miglioramento continuo’ in Rete che ci ha, inevitabilmente, condotti alle pagine del vostro autorevole sito.
Ci scusiamo per aver risposto solo ora al vostro commento ma, capirete, che il nostro è un sito piuttosto ‘artigianale’, costruito e gestito da operai rappresentanti sindacali che possono dedicarvisi in tempi limitati anche se, sorretti da grande entusiasmo.
Accogliamo quindi, con piacere, l’invito ad intervenire nel forum sulla Qualità di QualitiAmo.

Pubblichiamo, di seguito, il nostro commento e vi invitiamo a leggere l’intera discussione a questo indirizzo: www.qualitiamo.com/phpBB2/viewtopic.php?t=5004


Avendo letto con attenzione i precedenti commenti possiamo dire di condividere le opinioni di mascalzone79, dbosnjak, Portello e quelle di coloro che sono intervenuti in seguito. Le osservazioni di Stefania dello staff di QualitiAmo sono, per lo più, in linea con il nostro punto di vista.

Per quanto riguarda il sindacato la nostra difficoltà è stata quella di affrontare la situazione praticamente da soli: senza, cioè, il supporto che ci saremmo aspettati dalla nostra categoria che ha, evidentemente, sottovalutato il problema. Ci siamo così trovati ad affrontare l’azienda senza un’adeguata preparazione se non quella data dall’esperienza lavorativa o quella raggiunta attraverso l’impegno personale e la volontà di studiare e approfondire l’argomento.

Quello che è accaduto in Luxottica è la conseguenza del classico “predicare bene e razzolare male”. Da un lato, infatti, l’azienda insisteva ma, solo a parole, sul fatto che fosse necessario coinvolgere i lavoratori anche attraverso le rappresentanze sindacali per far comprendere al meglio i cambiamenti che la produzione a flusso continuo avrebbe comportato. Sosteneva che tutto ciò avrebbe influito positivamente in termini di una maggiore consapevolezza dei lavoratori sul lavoro svolto, sulla possibilità di ciascuno di conoscere ed essere in grado di affrontare, se non proprio tutte, molte delle lavorazioni previste nel reparto, potendo inoltre suggerire, ognuno in base all’esperienza maturata, (in qualche caso ventennale) metodi e pratiche migliorative al fine di ottenere un prodotto qualitativamente migliore.
Nella realtà questo non è avvenuto, anzi, abbiamo assistito gradualmente ad un continuo peggioramento delle condizioni lavorative; se prima era vista con favore la capacità del lavoratore di risolvere un problema riscontrato durante lo svolgimento della propria mansione, poiché lo stesso era in grado di leggere tutto ‘il cartellino’ indicante la tipologia del materiale usato e quindi conosceva tutte le operazioni che precedevano quella particolare lavorazione, ora, al contrario, il lavoratore viene sempre più frequentemente relegato allo svolgimento di un’unica mansione che spesso si traduce, lavorando in linea, nella continua ripetizione degli stessi movimenti.
Così al lavoratore non viene chiesto di pensare e il risultato è l’esatto contrario di quello che ci si era prefissi di ottenere.
In qualche caso, le difficoltà per una corretta applicazione di questo sistema di produzione, sono da attribuirsi all’incapacità di alcuni capi reparto di ragionare in modo differente da questo: l’importante è il numero di pezzi prodotti, la qualità viene messa in subordine e la giustificazione più gettonata, anche per i difetti più gravi, è che noi operai dell’occhialeria siamo troppo esperti, i nostri occhi troppo critici nel rilevare le imperfezioni e una cosa è la qualità, un’altra la qualità percepita (!)
Questi input schizofrenici non hanno certamente contribuito a migliorare il clima.
I lavoratori si sono sentiti ulteriormente presi in giro quando, per inefficienze organizzative segnalate da tempo e mai risolte, o per errori della programmazione, si è ricorsi all’utilizzo di sabati di flessibilità che notoriamente non piacciono a nessuno ma, sicuramente, sono più tollerati se vi si ricorre in caso di reale necessità come, ad esempio, per far fronte ad effettivi picchi di lavoro.
24/12/2009 15:03
 
Top
1 replies since 18/4/2011, 10:42   531 views
  Share