«A rischio centinaia di posti di lavoro», senza Armani dopo Martignacco (Ud) sarà Longarone ad essere penalizzato

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view post Posted on 5/11/2011, 16:12




«A rischio centinaia di posti di lavoro»



senza Armani dopo Martignacco (Ud) sarà Longarone ad essere penalizzato

GIOVEDI' 03 NOVEMBRE 2011 - Corriere delle Alpi

di Paola Dall’Anese
BELLUNO Si fa sempre più tesa la situazione per Safilo che contende, da quasi un anno ormai, l’ambito marchio Armani alla “rivale” Luxottica. Dopo otto anni di permanenza a Longarone, infatti, lo stilista milanese potrebbe voler tornare alla sua vecchia fiamma, cioè Luxottica, con cui aveva intrattenuto rapporti dal 1988 al 2003. Le proposte dei due contendenti sono sul tavolo da tempo, le trattative sono strette, ma ancora la risposta non è arrivata. E questa per molti potrebbe non essere favorevole a Safilo. Ma l’ultima parola ancora non è stata detta. Ieri a Padova il coordinamento sindacale di tutti gli stabilimenti (comprese le Rsu) ha incontrato l’amministratore delegato della società, Vedovotto che ha presentato il piano industriale 2001-2015, un piano che parte dal presupposto che il marchio Armani resti alla Safilo. La licenza per l’uso della griffe scadrà il 31 dicembre 2012, ma entro la fine di quest’anno si conoscerà la decisione dello stilista. Tempi molto stretti, quindi, con i sindacati che sono «molto preoccupati da non dormirci la notte», stigmatizza Giuseppe Colferai della Filctem Cgil, per il futuro di Safilo, qualora Armani dovesse lasciare. «In pericolo ci sono moltissimi posto di lavoro e anche l’economia della nostra provincia. Se Safilo dovesse perdere il marchio Armani», commenta Nicola Brancher della Femca Cisl, «lo stabilimento più penalizzato, dopo quello di Martignacco (Ud), sarà quello di Longarone, il cui fatturato dipende per circa il 20-30% da questa griffe. Ci troveremmo con una situazione tra le più pesanti per il nostro territorio e non solo. Anche perchè qui si mette in discussione l’intero impianto industriale bellunese dell’occhialeria. Alla fine a guadagnarci sarà sicuramente Armani, mentre a perderci, se la licenza non venisse confermata alla Safilo, saranno i lavoratori». I sindacati preferiscono non sbilanciarsi sui numeri degli operai che rischierebbero il posto per il fallimento di questa trattativa, ma fanno capire che le cifre per i tre stabilimenti italiani sono elevate. «Siamo davvero preoccupati, perchè ad oggi, come ci ha detto ieri l’ad Vedovotto, non c’è un piano B, cioè uno alternativa in caso di uscita di scena del marchio milanese. Ma quello che ci preoccupa ancora di più», precisa Paolo Da Lan della Uilm, «è che lo stesso piano industriale che ci è stato presentato è costruito attorno alla presenza di Armani. E questo rende ancora più incerto il futuro e soprattutto quei progetti di crescita, della espansione nei nuovi mercati e di rafforzamento nella gestione dei portafoglio marchi e della rete distributiva che prevede il piano stesso. Se si perde questa griffe, quale sarà il piano di Safilo? A me sembra che in queste trattative, si guardi soltanto all’aspetto finanziario, senza tenere conto che ogni decisione avrà ricadute anche sul piano sociale». E su questo aspetto Da Lan parla di «un bagno di sangue qualora perdissimo il marchio». «Luxottica, quando Armani decise di andarsene, assorbì il colpo in pochi mesi; credo che Safilo, viste anche le condizioni di crisi economica in cui ci muoviamo, non potrà fare lo stesso, anche perchè nel panorama mondiale non ci sono marchi così appetibili», conclude Colferai. L’attesa, quindi, si fa lunga e difficile .

 
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