Nel 2010 persi 356 posti di lavoro, Il Feltrino paga un conto salato. Un giovane su tre resta senza posto

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view post Posted on 22/5/2011, 12:00




Nel 2010 persi 356 posti di lavoro




Il Feltrino paga un conto salato. Un giovane su tre resta senza posto

SABATO 21 MAGGIO 2011 - Corriere delle Alpi

di Raffaele Scottini
FELTRE. La crisi continua a mordere e nel feltrino fa ancora più male: sono 356 i disoccupati in mobilità a fine 2010. E' il quadro peggiore della provincia. A dirlo sono i dati del Centro per l'impiego, fotografati dal segretario della Camera del lavoro di Belluno, Renato Bressan. E se a questo si aggiunge la percentuale di giovani senza lavoro - attorno al 34 per cento - emerge tutta l'urgenza di politiche a sostegno della ripresa economica. «Il numero di disoccupati aumenta e il feltrino è la zona che subisce i colpi maggiori tra i quattro settori dei Centri d'impiego (gli altre sono Belluno, Agordo e Pieve di Cadore)», evidenzia il segretario provinciale della Cgil Bressan nell'ultimo report sulla situazione produttiva e occupazionale. «I lavoratori iscritti in lista di mobilità per effetto della legge 223 (con indennità) sono 180 a Feltre sui 408 della provincia e per effetto della legge 236 (senza indennità) sono 176 su 566. In tutto 356 licenziamenti nel 2010». «Le istituzioni insieme alle parti sociali devono mettersi in moto per realizzare le infrastrutture necessarie, come la banda larga nelle aree sprovviste», prosegue Bressan. Basti pensare all'installazione della fibra ottica attesa da Lamon, Sovramonte, Arsiè e Fonzaso, per un'opera che dovrebbe vedere il traguardo tra un anno, dando la possibilità alle imprese di elevare servizi e competitività. Quanto al settore dell'edilizia (immobile, ma almeno stabilizzato dopo le pesanti perdite negli anni precedenti), per spingerlo a ripartire «bisognerebbe investire nel recupero dei centri storici, ripristinando un patrimonio artistico-culturale in chiave turistica». In sofferenza anche il manifatturiero: «Non ci sono state espansioni occupazionali o nuovi insediamenti produttivi». In una fase che non cessa di essere critica, allargando lo sguardo a livello provinciale, si intravede un trend di ripresa grazie ad un leggero aumento del Pil (meno dell'1 per cento) trascinato da un incremento delle esportazioni del 16.2 per cento. «Questa crescita, però, non è in grado di colmare le perdite del 2008 e 2009», osserva Bressan. «La caduta si è fermata, il numero delle imprese si è mantenuto ma non c'è recupero e l'impatto occupazionale rimane in perdita». Ma se la crisi fa meno male, Feltre sta tardando a uscirne e l'emorragia di posti di lavoro si vede nel saldo tra cessazioni e avviamenti, che qui è più alto rispetto al resto del bellunese: «In negativo per oltre 200 unità». In provincia infine, «l'Istat indica una disoccupazione al 4.6 per cento, utilizzando però un metodo a campione, mentre i Centri per l'impiego sanno quanti sono gli iscritti alle liste di collocamento e il tasso reale è dell'8.6 per cento».

 
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