Una legge contro i giudici, ecco tutte le bugie della propaganda anti-giudici

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cgilux.net
view post Posted on 18/4/2011, 18:10







Una legge contro i giudici

ecco tutte le bugie della propaganda anti-giudici

LUNEDI' 28 MARZO 2011 - la Repubblica

di Giancarlo De Cataldo
Proviamo a esaminare i principali argomenti portati a sostegno dell´ormai famoso emendamento-Pini. Numero uno: i giudici che sbagliano devono pagare. Da come la cosa viene presentata, sembra che non esista alcuna forma di responsabilità. Falso. La responsabilità esiste, e prevede che, in caso di dolo o colpa grave, sia lo Stato a indennizzare il cittadino. Obiezione, e argomento numero due: appunto, il giudice non paga mai di tasca propria. Falso. Lo Stato ha diritto di rivalsa sul giudice. Obiezione, e argomento numero tre: allora godete di un privilegio castale che vi rende diversi da tutti gli altri cittadini, medici, architetti, ingegneri, i quali, si sa, pagano di tasca propria.
Falso. Ci sono almeno due categorie di cittadini che non pagano “di tasca propria”. Il personale direttivo, docente, educativo e non docente delle scuole materne, elementari, secondarie e artistiche risponde dei danni provocati dagli alunni soltanto in caso di dolo o colpa grave nella vigilanza degli stessi. La causa si propone contro lo Stato che, se ha torto, paga. E poi, sempre che esistano dolo o colpa grave, si può rivalere sul singolo, dirigente, insegnante o bidello che sia. Motivo: evitare che la scuola, della quale si riconosce la preziosa, essenziale funzione sociale, diventi una palestra di ritorsioni.
Quanto alla seconda categoria di cittadini che “non pagano di tasca propria”, ne fanno parte gli amministratori dei partiti politici, i quali, in virtù di un articolo della legge sul finanziamento, “rispondono delle obbligazioni assunte in nome e per conto del partito solamente nei casi di dolo e colpa grave”. A pagare per il partito insolvente, in altri termini, è lo Stato. Che adempie alle obbligazioni dei partiti attraverso un fondo di garanzia costituito presso il Ministero dell´Economia e delle Finanze, per la precisione presso il Dipartimento del Tesoro. Motivo: il riconoscimento del ruolo centrale dei partiti nella vita politica. Scuola e partiti sono dunque essenziali al funzionamento della società, e godono di un regime particolare. I giudici no.
Quarto argomento: dolo e colpa grave non bastano. Deve essere sanzionato l´errore giudiziario in sé. E infatti l´emendamento Pini introduce la categoria della “violazione manifesta del diritto” come fonte della pretesa di risarcimento. Osservazione di buon senso: il concetto di “manifesta violazione del diritto” è un motivo di ricorso in Cassazione. L´ultimo grado di giudizio esiste proprio per questo, per porre rimedio, all´interno del sistema, ai possibili deficit interpretativi delle norme. Per dirla in termini d´altri tempi, la famosa funzione “nomofilattica” della Cassazione. Qui l´emendamento Pini smaschera il suo autentico sostrato culturale. Lo fa nella parte in cui prevede l´abrogazione di un´altra norma, quella che esenta il giudice da responsabilità per “l´attività di interpretazione di norme del diritto e valutazione del fatto e delle prove”.
Il diritto secondo l´on. Pini è mera applicazione della legge. Tesi antica e quanto mai controversa, cara, per intenderci, a Robespierre: in era cibernetica la si potrebbe declinare affidando il giudizio alle macchine e mandando l´uomo a casa. Ci sarà pure un motivo se ancora non ci siamo arrivati. Quinto argomento: l´ampliamento della responsabilità ci viene imposto dall´Europa. Falso, e decisamente tendenzioso. Gli organismi consultivi del Consiglio d´Europa, a partire dalla Carta di Strasburgo del 1998, raccomandano a tutti gli Stati membri di evitare la citazione diretta in giudizio del magistrato, e sconsigliano l´adozione di formule vaghe e indeterminate come “negligenza grossolana” e via dicendo. La sentenza della Corte di Giustizia Europea che si invoca oggi tratta della responsabilità per violazione del diritto comunitario non del singolo, ma dello Stato. Circostanza che fu autorevolmente ribadita dal governo attualmente in carica quando, il 20 novembre 2008, rispose a un´interpellanza parlamentare degli onorevoli Mecacci, Bernardini e altri, testualmente affermando che “la normativa posta dalla legge 117/88 (sulla responsabilità dei magistrati) come rilevato anche dalla dottrina, non è in contrasto con la decisione della Corte di giustizia richiamata nell´interrogazione”. Tutti possono cambiare idea, ovviamente. Nel 2000 cambiarono il codice penale perché i giudici davano pene troppo basse agli incensurati, e bisognava dare un segnale repressivo. Oggi agli incensurati offrono il processo breve. Tutti possono cambiare idea. Ma è bene saperlo.
Sesto, e ultimo argomento: il popolo vuole che il giudice paghi di tasca propria. Vero. Contro questo argomento c´è poco da opporre. Trent´anni di bombardamento mediatico hanno scavato a fondo nelle coscienze degli italiani. Da che mondo è mondo ogni processo è una scelta fra due parti. Alla fine c´è sempre chi vince e chi perde. Da che mondo è mondo lo sconfitto se la prende con il giudice che gli ha dato torto. Da domani avrà al suo fianco, in questa nobile battaglia, la legge.


 
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view post Posted on 18/4/2011, 18:54




1.Ornella
VI SEGNALO QUESTO ILLUMINANTE APPELLO (che è ancora possibile sottoscrivere) APPARSO QUALCHE TEMPO FA NEL BLOG:

libertà e giustizia

e che potrete trovare a questo indirizzo:

LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA NON LA FANNO GLI IMPUTATI (NE' I LORO AVVOCATI)!

Con stupefacente impudenza, un presidente del Consiglio, imputato in quattro processi per reati comuni, pretende di far ingoiare al paese l’introduzione di nuove leggi a suo uso e consumo, pomposamente etichettate come “riforma della giustizia”. È sufficiente uno sguardo ai temi di questa presunta riforma per rendersi conto che essa in nessun modo affronta i problemi veri della giustizia italiana, quelli che interessano tutti i cittadini, rivolgendosi invece esclusivamente a lenire le ossessioni del presidente del Consiglio: i pubblici ministeri , le intercettazioni , la tanto inseguita e mai raggiunta impunità . Né il presidente del consiglio esita a stravolgere la Costituzione e attaccare la Corte Costituzionale per risolvere i suoi problemi giudiziari.
Poiché i membri del governo e la maggioranza parlamentare sembrano non rendersi conto della macroscopica anomalia e improprietà di questa iniziativa, spetta ai cittadini italiani far sentire la loro voce e chiedere che il governo e il parlamento, memori delle loro funzioni istituzionali di organi che devono operare nell’esclusivo interesse del Paese, rifiutino di farsi asservire all’utilità e al potere di un singolo imputato.
29/03/2011 14:31

Edited by cgilux.net - 30/6/2011, 20:44
 
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1 replies since 18/4/2011, 18:08   26 views
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